Anche il Tribunale di Roma si uniforma al diffuso orientamento giurisprudenziale già sposato da diversi Tribunali italiani che punta a rimuovere la prassi del “collocamento prevalente” dei figli minori presso la madre e ad affermare il principio di perfetta bi-genitorialità nel regime di affido.
Al contempo, il Tribunale capitolino si esprime a favore del principio del “mantenimento diretto” dei figli minori, abolendo de facto l’istituto dell’assegno di mantenimento allorquando non vi sia alcuna significativa discrepanza tra le rispettive situazioni reddituali e patrimoniali di due genitori ugualmente affidatari.
Nel caso in rassegna, una madre naturale, quantunque concordasse sulla scelta dell’affido paritetico di un figlio minore, aveva adito i Giudici per provare ad ottenere una qualche forma di contributo perequativo al mantenimento da porre a carico del padre del minore, quantificando la richiesta in 300 euro mensili.
Il Collegio della prima sezione civile del Tribunale di Roma (Presidente il dott. Vitalone, Giudice relatrice la dott.ssa Chirico), nell’affidare il minore ad entrambi i genitori, ha dunque optato per un regime di “collocamento paritetico alternato“.
Inoltre, il Tribunale, accogliendo le tesi difensive del padre del minore (assistito dallo studio legale Angiuli), ha respinto ogni richiesta di assegno a titolo di contributo mensile stabilendo che “ciascun genitore debba contribuire al mantenimento diretto del figlio nei periodi di rispettiva permanenza con lo stesso“.
La pronuncia in commento sta a testimoniare un decisivo consolidamento dell’attuale tendenza giurisprudenziale verso una interpretazione integrale e rigorosa dell’istituto dell’affido condiviso con un forte rafforzamento delle garanzie di bigenitorialità.
Sulla stessa falsariga, si segnala un disegno di legge recentemente presentato al Senato e che punta a realizzare una generale riforma dell’istituto dell’affido condiviso istituzionalizzando il concetto di “mantenimento diretto“.
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